La rottura del legamento crociato anteriore del cane
Pubblicato il 26 feb, 2018
La rottura del legamento crociato craniale nel cane è un evento piuttosto frequente che si verifica nei soggetti di qualsiasi taglia ed età. A soffrirne maggiormente, sono soprattutto i cani pesanti e /o obesi oppure quelli piccoli, ma particolarmente attivi, e quindi con un’esigenza funzionale più elevata a livello articolare.
Gli interventi chirurgici per affrontare questa lesione sono diversi e la scelta va effettuata sia tenendo conto della tipologia di paziente (razza, taglia, peso, attività svolte, abitudini) sia il budget economico messo a disposizione dal proprietario. Preso atto di tutte le considerazioni relative alla tipologia del cane e alla diponibilità del cliente viene concordato l’intervento più opportuno al caso. Va anche detto che alcuni cani di taglia piccola (sotto i 10 kg di peso) a volte non manifestano gravi disagi nell’uso dell’articolazione lesa, se non per i primi 20/30 giorni con lieve zoppia, questo perché la capsula articolare in questi soggetti riesce, fibrotizzandosi (diventando più spessa), a compensare le forze destabilizzanti del ginocchio, ad ogni modo non rallenta la progressione dell’artrosi secondaria.
La causa della rottura del legamento crociato (di solito quello anteriore) è raramente dovuta ad un trauma come spesso si pensa. Più frequentemente il motivo è da ricercare in uno squilibrio biomeccanico dell’articolazione e questo comporta continue sollecitazioni del legamento stesso. Questo provoca inizialmente una distorsione del legamento (crociato) con progressiva degenerazione delle fibre che lo costituiscono, di conseguenza risulterà più debole e soggetto a rottura anche in seguito a un trauma di lieve entità.
Ci sono pazienti più predisposti alla distorsione/degenerazione del legamento crociato anteriore, infatti si può verificare durante la crescita del cane, esitando in rottura completa già a due anni di età. Un fattore predisponente e rilevante alla rottura è il peso. Questo infatti comporta un cambiamento della postura e una modificazione dell’articolazione del ginocchio conseguente con l’angolo tibio- femorale che viene esteso per poter sopportare meglio il peso corporeo e il maggior lavoro muscolare che ne deriva. Ciò è causa di continue e maggiori sollecitazioni al legamento crociato anteriore. Ne deriva che anche l’angolo femoro-tibiale (articolazione del ginocchio) e la conformazione giocano un ruolo importante, infatti alcune razze come il Bulldog sono più predisposte per la maggior sollecitazione al legamento.
L’anatomia del legamento crociato anteriore.
Il legamento crociato anteriore (LCA) è una struttura fibrosa che collega il femore alla tibia (ginocchio), nel suo breve percorso incrocia l’altro legamento interno al ginocchio quello crociato posteriore o caudale. Quest’ultimo, proprio per la sua posizione, è meno soggetto a rottura per le minori sollecitazioni causate da torsione e scivolamento femoro-tibiali.
Il legamento crociato anteriore ha queste funzioni:
- prevenire lo scivolamento in avanti della tibia;
- limitare la rotazione interna della tibia sul femore (durante la flessione);
- limitare l’estensione eccessiva del ginocchio.
E' da sottolineare che una rotazione improvvisa con ginocchio flesso o in iperestensione del ginocchio può innescare il meccanismo di rottura del legamento anche se, come precedentemente ricordato, è la progressiva degenerazione del legamento sottoposto a stress continui e disomogenei a conclamare poi in rottura del legamento.
Quindi peso, conformazione della gamba (arti con appiombi non conformi) e genetica concorrono alla rottura del LCA.
Da studi sull’alimentazione si è visto come l’incidenza nella rottura dell’ LCA sia maggiore in cani sopra i 20 kg, cani che già a due mesi cominciano essere in sovrappeso (questi hanno una percentuale di rottura elevata a due anni di età e sono anche quelli più predisposti alla displasia dell’anca).
Le razza a maggior incidenza genetica sono: Labrador e Golden Retriever e incroci, Pastore Tedesco, American Staffordshire Terrier , Rottweiler, Boxer, Mastino Napoletano ed altri .
La diagnosi viene fatta dal medico veterinario. A volte, la sola esperienza clinica del medico, in base ad alcuni atteggiamenti del cane, può indirizzarlo a pensare a una lesione del legamento crociato. In seguito è necessaria una buona anamnesi e visita clinica che possono indirizzare ad esami più approfonditi e specifici, sempre necessari, spesso in sedazione e con indagini radiografiche specifiche.
Gli interventi chirurgici proposti negli anni sono davvero molti. Nel recente passato venivano effettuati interventi per la stabilizzazione del ginocchio chiamate tecniche intracapsulari (interventi che prevedevano l’apertura dell’articolazione del ginocchio e la sua stabilizzazione interna) ed extracapsulari (interventi di stabilizzazione eseguiti operando all’esterno dello spazio articolare).
Nel primo caso si tendeva a sostituire il legamento rotto con strutture fibrose o protesi legamentose; nel secondo, invece si stabilizzava l’escursione craniale con sutura femoro-tibiali.
Da alcuni anni si sono evolute tecniche la cui filosofia è completamente nuova rispetto alle precedenti. Mentre nel passato le tecniche tentavano di creare ancoraggi che supplivano all’assenza di un legamento integro sostituendosi ad esso nella funzione di stabilizzare il ginocchio, oggi invece modificano l’asse articolare in maniera tale da rendere inutile la funzione stessa del legamento crociato. Si viene a creare così un’articolazione che non ne ha più bisogno e quindi per la sua funzionalità non importa che il legamento sia rotto. Si tratta però di interventi molto più invasivi, che prevedono la resezione di tratti della tibia e la successiva ricomposizione utilizzando placche e viti in acciaio oggi anche in titanio.
Gli interventi principali e più usati sono:
TPLO: OSTEOTOMIA LIVELLANTE DEL PIATTO TIBIALE
TTA (AVANZAMENTO DELLA CRESTA TIBIALE)
Vi sono poi alcune tecniche extracapsulari, che ancor oggi, con tecnica e materiali diversi, vengono ancora utilizzate per il minor costo e, rispetto le precedenti, che sono irreversibili, queste permettono invece, in caso di fallimento, di ricorrere alla TTA o TPLO.
Sarà comunque il vostro medico veterinario di fiducia ad indirizzarvi in modo più accurato di quanto citato, considerando tutte le variabili del caso, progettando e condividendo con voi le scelte più mirate e il percorso più adatto per il vostro cane.