La Leucemia felina nei gatti

La Leucemia felina nei gatti

La leucemia felina è stata identificata in origine in Scozia nel 1964 nei  gattili dove si era sviluppata una epidemia inusuale di tumori.

Il virus della leucemia felina (Felv) è un agente trasmissibile con la saliva infetta da virus attraverso ferite prodotte da combattimenti, pulizia reciproca, cibo e acqua condivisi.

Le situazioni  più pericolose sono quelle dove i gatti vivono in ambiente sovraffollato e/o spazi limitati. Il virus causa una infezione fatale dando origine o a un tumore o alla depressione dell’immunità (incapacità di combattere le infezioni) con lo sviluppo di malattie secondarie. Nell’ambiente esterno il virus vive solo pochi giorni, quindi la maggior parte del rischio di trasmissione è dovuta al contatto diretto tra gatti.

La maggior parte dei soggetti con infezione da Felv muore entro 2-3 anni  anche se spesso questo tempo si riduce perché la diagnosi viene fatta quando il gatto è già  immunocompromesso e/o con patologie secondarie.

 I gatti con la  Felv  spesso si presentano con ascessi recidivanti e persistenti , infezioni orali croniche, malattie respiratorie croniche, diarrea , scarso appetito,  emaciati, gatti che barcollano per l’anemia etc.

L’attività del virus può anche essere quella di agire a livello del midollo osseo interferendo nella produzione di globuli rossi (gatto anemico, ipotermico e barcolla) o globuli bianchi (gatto immunodepresso) che servono a bloccare le infezioni  o entrambi. Una parte di gatti  con la Felv  può sviluppare tumori  in diversi distretti del corpo come:  torace, reni, fegato, intestino (chiamato linfoma intestinale). Quando le cellule tumorali si trovano nel sangue si parla di leucemia. Dopo anni di ricerca è stato riscontrato che alcuni gatti sviluppano la forma tumorale anche dopo mesi o anni dall’infezione del virus.

Le terapie rivolte a curare lo stato tumorale non hanno dato risultati apprezzabili, come il trattamento con diversi antivirali per cercare di bloccare l’azione del virus.Gli studi continuano, ma fino ad ora, l’unico strumento che permette di arginare in parte il problema  è la vaccinazione preventiva con un vaccino inattivato (il virus non può più moltiplicarsi perché è morto). Di solito  viene somministrato a 9 settimane di vita la prima vaccinazione, dopo 3 settimane la seconda e poi richiami annuali. Questo per i gatti che vengono a contatto con  gatti non testati .

Esistono  vari esami del sangue e diversi  test rapidi per riconoscere se il gatto  è infetto da Felv. Tutti i gatti, di nuova introduzione, andrebbero tenuti in quarantena per 3 mesi e testati due volte, all’entrata della quarantena, e prima dell’immissione con  i gatti sani.

Rivolgendovi al medico veterinario vi saranno fornite spiegazioni più approfondite di questa patologia.

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